Storia della crittografiaCifrari polialfabeticiLe cifre di G. B. Bellaso
La tavola Bellaso del 1564
La cifra zero di Bellaso 1552Tavola Bellaso 1553Tavola Bellaso 1555

Nel 1564 Bellaso pubblicò il suo terzo opuscolo presentando una nuova variante della sua tavola, sempre basata su liste involutorie questa volta ridotte a cinque basate sull'alfabeto di 20 caratteri, esclusi X e y. Le liste sono disordinate e basate su una parola convenuta, versetto o motto. Le lettere della parola segreta vengono scritte all'inizio a sinistra intercalate su due righe; le rimanenti lettere dell'alfabeto vengono scritte ordinatamente di seguito.

Un esempio dell'autore: data la parola chiave IOVE, il primo alfabeto derivato (alfabeto latino di 20 lettere, con una sola lettera V maiuscola, u minuscola) è:

I O A B C D F G H L V E M N P Q R S T X


La seconda lista si ottiene spostando circolarmente la seconda riga:

I O A B C D F G H L X V E M N P Q R S T


e così via fino ad ottenere cinque alfabeti; ognuno di questi sarà identificato da un gruppo di quattro lettere, come nella tabella a lato.

Tavola Bellaso 1564
I D V Q I O A B C D F G H L
V E M N P Q R S T X
O F E R I O A B C D F G H L
X V E M N P Q R S T
A G M S I O A B C D F G H L
T X V E M N P Q R S
B H N T I O A B C D F G H L
S T X V E M N P Q R
C L P X I O A B C D F G H L
R S T X V E M N P Q

A questo punto si deve convenire un altro motto segreto, p.es OPTARE MELIORA; le lettere di quest'ultimo servono a selezionare l'alfabeto da usare.

Volendo allora cifrare la frase "Inviare truppe domani" si ha:

Verme O P T Chiaro I N V I A R E T R U P P E D O M A N I Cifrato X C O X E G A A I C H H D M T D X F S

La chiave consiste quindi di due parti: quella per generare le liste involutorie (qui IOVE) e quella per il cambio di alfabeto cifrante (qui OPTARE MELIORA).

Si tratta quindi di un cifrario polialfabetico dove il cambio di alfabeto avviene per parola secondo la lettera della parola chiave. Un meccanismo meno segreto di quello del disco dell'Alberti ma certamente più sicuro della molto più nota tavola di Vigenère.


Riferimenti bibliografici
Siti e pagine web
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Prima di tutto, mostrerò la cifra che attribuisco ad un certo Belasio del seguito del cardinale di Carpi, per essere stato il primo di tutti quelli di cui ho conoscenza, a praticarlo e proporlo nell'anno 1549, quando ero stato a Roma la prima volta; il libro nel quale [Giovan] Battista Porta ha inserito questa cifra senza dire da dove la aveva ottenuta, non vide la luce che nell'anno 1563.