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Cifra Marsiglia 1860
Cifra piemontese 1819 - Cifra Paulucci de Calboli 1826

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Questo cifrario è custodito al Ministero degli Affari Esteri italiano, e risale al 1860 prima ancora della nascita dello stato unitario italiano.

Non consiste di un volume, ma di una grossa tabella formata da pagine di carta incollate su una grossa tela, in modo da poterlo piegare a mo' di fascicolo, comodo per la custodia e il trasporto. Sulla copertina appare la scritta: "Cifra Marsiglia - giugno 1860". Può quindi essere classificato tra i nomenclatori.

Ogni pagina consiste in una tabella formata da sei celle, ogni cella con dieci righe, o più nelle celle in basso, consistenti della parola in chiaro e di due numeri da usare come cifra. Qui accanto a titolo di esempio sono riportate la prima pagina ed una più in basso.

La lista è ordinata e quindi del tipo crittograficamente più debole ma con alcuni accorgimenti utili a ridurne la debolezza; ogni parola ha due cifre, verosimilmente omofoni, quindi il cifratore doveva sceglierne una a caso; si tratta di numeri a quattro cifre, entrambi ordinati per colonna: il primo, quello a sinistra, con numeri vicini a 5000, il secondo vicini a 2000.

Le parole sono ordinate in modo diverso, in ordine alfabetico per riga a partire da A. In questo modo è facile trovare la parola quando si cifra ed è altrettanto facile cercare il numero quando si decifra.

Da notare che nella lista sono previste cifre per le singole lettere (per esempio A → 5302, 5303, 2100, 2101; C → 4819, 4811, 1712, 1713) quindi un monoalfabetico, per i digrammi (es. AB → 5304, 2102) e anche per qualche trigramma (es. BET → 5320, 2118). Non c'è libretto istruzioni e quindi non è dato sapere se il cifratore fosse libero di usare a suo piacimento questi vari modi di cifrare o se dovesse seguire una qualche regola.

Inoltre parole con la stessa radice sono cifrate con lo stesso numero (es. BISOGN-A-O-I → 5213, 1911; RENDER-E-SI → 5280, 1978); un espediente non insolito nei repertori, che rientra nella categoria dei polifoni; e come è tipico dei polifoni, questo vuol dire che nel decifrare si dovrà ricostruire la parola corretta in base al contesto della frase, con il rischio di qualche insolubile ambiguità.


Ringraziamenti

Si ringraziano Filippo Sinagra per la collaborazione nell'analisi della cifra e Roberto Fabbro del M.A.E. per la disponibilità e l'aiuto prestato.


Riferimenti bibliografici